Questo volumetto propone una modalità di approccio allo studio del classico latino del tutto nuova, finalizzata a rinvenire nei testi antichi temi e problematiche strettamente inerenti alla realtà di oggi.
questa la ragione della scelta di un testo che non si potrebbe definire un “classico” nel senso corrente del termine e che non è mai stato prima d’ora oggetto di un commento per un’edizione scolastica: il Commentariolum petitionis, che la tradizione attribuisce a Quinto Tullio Cicerone, fratello del più illustre Marco Tullio.
Si tratta di uno scritto in forma di epistola, tramandatoci dai codici insieme con le epistole Ad familiares, in cui Quinto fornisce consigli per la campagna elettorale del fratello, che si è candidato al consolato.
Le ragioni della scelta non sono evidentemente di carattere squisitamente letterario, benché lo stile dell’autore non sia privo né di perizia né di interesse, come quello di un personaggio comunque dotato di vasta cultura e notevole acume; né esso fornisce l’occasione di approfondimento di argomenti “canonici” della storia letteraria latina.
Ciò che lo distingue e lo rende particolarmente stimolante per lo studente di oggi è, piuttosto, il fatto che esso ci fornisce uno spaccato della società del tempo e in particolare del modo di condurre le campagne elettorali, dei gruppi di potere che le orientano, delle tecniche di ricerca del consenso, quale non sarebbe reperibile in nessun altro testo del tempo, magari più famoso e letterariamente più accreditato, rivelando peraltro consonanze inattese con la nostra società.
Il commento integrale al testo, che viene offerto nella sezione centrale, non avrà pertanto come unico obiettivo quello di esercitare su di esso le capacità di interpretazione e di traduzione dello studente, bensì di ricercarvi i contenuti, i messaggi, le informazioni che possano servire da chiave di lettura del mondo antico, ma essere spendibili anche per orientarsi nella società attuale.
Al raggiungimento di questo obiettivo risultano altrettanto fondamentali la prima e la terza parte del
volume.
Nella parte prima lo studente, oltre a ricevere le informazioni necessarie sull’opera, sul problema dell’attribuzione e sui contenuti, verrà immesso nel mondo della campagna elettorale a Roma, con le sue curiosità – ad esempio i manifesti elettorali, di cui ci sono pervenute testimonianze dall’antica Pompei – e con i suoi meccanismi leciti e illeciti; alla luce di questi meccanismi sarà rivissuta anche l’azione e l’opera di Marco Tullio Cicerone, soprattutto collegandone la carriera di oratore con la candidatura alla più alta carica politica della Roma repubblicana.
Nella terza, infine, i meccanismi e le modalità di propaganda politica che il testo e il suo corredo didattico avranno evidenziato saranno messi a confronto con quelli del mondo di oggi e con le tecniche di ricerca del consenso della cosiddetta società di massa.
In questo modo si cercherà di raggiungere un duplice obiettivo: da una parte – pur rifuggendo da facili attualizzazioni – si potrà utilizzare un testo risalente a oltre due millenni fa per far luce su un aspetto rilevante della nostra cultura e della nostra società; dall’altra, proprio in virtù di questa sua prerogativa, si potrà stimolare lo studente allo studio del mondo antico e all’esercizio di traduzione e di esegesi del testo classico.
In questo modo si cercherà di raggiungere un duplice obiettivo: da una parte – pur rifuggendo da facili attualizzazioni – si potrà utilizzare un testo risalente a oltre due millenni fa per far luce su un aspetto rilevante della nostra cultura e della nostra società; dall’altra, proprio in virtù di questa sua prerogativa, si potrà stimolare lo studente allo studio del mondo antico e all’esercizio di traduzione e di esegesi del testo classico.