“Lo sguardo fu attirato a terra da un cespuglio di erba. Sporco, ricoperto di fango, ma era erba, erba verde, con tanta terra attorno. Appetitosa, quasi. Mi abbassai con devozione. Non ci pensai due volte a metterla in bocca. A masticarla. Lentamente.
Ad inghiottirla. Lo gustai tutto, quel sapore. Era il sapore della disperazione. Mi sembrò per un istante sapore di cioccolato”.
Il 16 ottobre 1943 le truppe naziste deportano 1022 persone dal ghetto ebraico di Roma al campo di concentramento di Auschwitz. Due anni dopo tornano a casa soltanto in sedici, tra cui un’unica donna: Settimia Spizzichino.
Cioccolato ad Auschwitz è il racconto di uno dei tanti viaggi della memoria compiuti nel lager polacco da Settimia per testimoniare l’orrore della Shoah: insieme a un gruppo di studenti e al loro professore, la protagonista ripercorre alcuni dei momenti più drammatici vissuti durante la prigionia, adempiendo al doloroso dovere di portare al mondo la “mala novella” di quanto avvenne nei campi di sterminio.
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