LA FATTORIA DEGLI ANIMALI
“Dunque, compagni, non è oramai chiaro che tutti i mali della nostra vita nascono dalla tirannia dell’uomo? Eliminiamo l’uomo e il prodotto del nostro lavoro sarà nostro. Prima di sera potremmo diventare ricchi e liberi. Che bisogna fare, allora? Bisogna lavorare notte e giorno, corpo e anima per la distruzione della razza umana!
Questo è il mio messaggio, compagni: Rivoluzione!”.
La fattoria degli animali è la storia di una rivoluzione tradita, quella scoppiata in Russia nel 1917, ma è anche un “monito” per le rivoluzioni di ogni luogo e di ogni tempo, se – una volta avvenute – non evolvono verso forme democratiche di governo.
È questo il messaggio che George Orwell intende comunicare con il suo romanzo: attraverso la struttura della fiaba classica lo scrittore inglese disegna, con toni fortemente satirici, la parabola di tante rivoluzioni iniziate al grido dell’uguaglianza e sfociate poi nei totalitarismi. Come avviene appunto nella fattoria del signor Jones, dove i maiali, proclamando astratti ideali di libertà e ponendosi alla guida di tutti gli altri animali, rovesciano il “regime” del fattore, ma divengono poi essi stessi dei crudeli tiranni.
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