Per amare il Latino, bisogna partire da lontano e bisogna chiedersi innanzi tutto come amare le materie da studiare, come amare la scuola. I ragazzi riderebbero ad una simile proposta:
amare la scuola? Ma per carità! – direbbero – La si può a stento tollerare, come una inevitabile tappa della vita, senza nessuna attrattiva, tranne, forse, quella di offrire l’opportunità di incontrarsi tra amici.
È vero: non si può certo amare qualcosa di cui non si coglie il senso e l’utilità, qualcosa che, per giunta, comporta sacrifici e rinunzie, intollerabili per chi è giovane. Per amare bisogna capire.
Con molta umiltà e con pertinace ottimismo, ci siamo chiesti, allora, se possiamo, in qualche modo, anche in minima parte, aiutare gli studenti a capire, prima, le finalità dei loro studi e, poi, nello specifico, le finalità del Latino. Forse fare chiarezza sul senso della scuola può alleviare lo sforzo di sopportarla, o può, addirittura, far percorrere gli anni del Liceo con gli occhi fissi alla meta e con un vigile senso critico verso i risultati che ognuno dei ragazzi ha
il diritto di aspettarsi. Sarebbe auspicabile che fossero essi, veramente, i protagonisti del processo educativo fino al punto di chiedersi: Che valore ha questo che sto studiando? Perché è utile per la mia maturazione intellettuale? Sono sicuro di aver colto la logica della materia? Sto imparando il metodo con cui studiarla? E, infine, giungere alla domanda cruciale, dopo l’esame di Stato: a che mi è servito tutto ciò che ho studiato? Come sono cresciuto con lo studio?
In una recente inchiesta sulle aspirazioni dei giovani («Corriere della Sera», 31/7/08), la famosa cantante Elisa e il calciatore Gattuso, centrocampista del Milan, intervistati, hanno confessato che il segreto del successo è, sì, nella passione per quello che si vuole fare, ma soprattutto nel sacrificio e nel continuo “studiare, studiare, studiare”.
Agli studenti che useranno questo libro chiediamo solo un piccolo sforzo: si accostino alla lettura senza preconcetti o pregiudizi e decidano di avvicinarsi alla materia con mente serena, dimenticando ogni motivo di insofferenza e di fastidio. È la così detta «inibizione proattiva» ad impedire interesse per quello che si studia, quando lo si è già studiato male.
Riflettiamo un momento: ci sarà pure un motivo se, per venti secoli, la cultura occidentale, e non solo, ha avuto estremo rispetto per il mondo classico e per la conoscenza della lingua latina.
Abbiamo ritenuto opportuno, quindi, prima di dare le indicazioni relative alla conoscenza del Latino, far precedere poche notizie indispensabili sulla scuola secondaria e sulle sue finalità.
Solo, infatti, all’interno della logica che regge il piano di studi liceale si può cogliere il senso di ogni materia che lo compone. Al tempo stesso, parlare di scuola, oggi, senza un cenno alla mutata fisionomia del contesto, potrebbe diventare un discorso astratto e generico, avulso da una realtà profondamente diversa rispetto al passato (si vedano sul sito www.simonescuola.it le brevi considerazioni sugli adolescenti e sulla realtà contemporanea). Qui parleremo prima delle finalità del Liceo e poi ci soffermeremo sul Latino.